Riunione straordinaria del Consiglio europeo del 24 febbraio 2022. Intervento della Presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen.

Riunione straordinaria del Consiglio europeo del 24 febbraio 2022.

Intervento introduttivo della Presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. 

Gli eventi di oggi segnano uno spartiacque per l’Europa. Cadono bombe su donne, uomini e bambini innocenti, che temono per la loro vita, che in molti trovano la morte. Questo nel 2022, nel cuore dell’Europa. Il Presidente Putin ha scelto di riportare la guerra in Europa. L’Ucraina subisce una vera e propria invasione, che rimette in discussione il fondamento stesso del nostro assetto di pace.

Ma oggi è anche il giorno in cui l’Unione europea presenta un fronte unito e compatto. Stanotte i leader europei all’unisono hanno condannato questi attacchi non provocati e atroci. Dobbiamo ora essere all’altezza della situazione: il Cremlino sarà chiamato a rispondere delle sue azioni. Il complesso di sanzioni imponenti e mirate che i leader europei hanno approvato stanotte ne è la chiara dimostrazione. L’impatto sull’economia russa e sull’élite politica del paese sarà il più violento di sempre. Le sanzioni colpiscono in cinque ambiti: primo, il settore finanziario; secondo, il settore dell’energia; terzo, il settore dei trasporti; quarto, il controllo delle esportazioni e il divieto di finanziamento delle esportazioni; quinto, la politica dei visti. Permettetemi di sottolineare alcuni dei punti più importanti.

In primo luogo, le sanzioni finanziarie limitano l’accesso della Russia ai più importanti mercati dei capitali. Nel mirino c’è il 70 % del mercato bancario russo, ma anche imprese statali di rilevanza fondamentale, settore della difesa compreso. Le sanzioni in quest’ambito aumenteranno per la Russia i costi di finanziamento, faranno salire l’inflazione e eroderanno gradualmente la base industriale del paese. Colpiamo anche l’élite russa, introducendo una stretta sui suoi depositi così che non possa più occultare fondi in paradisi sicuri europei.

Il secondo ambito principale colpito dalle sanzioni è l’energia, settore economico fondamentale di cui approfitta soprattutto lo Stato russo. Il divieto di esportazione che abbiamo introdotto colpirà il petrolio, impedendo alla Russia di ammodernare le raffinerie, quelle stesse dalle quali nel 2019 ha ricavato entrate da esportazione per 24 miliardi di €.

Il terzo elemento delle sanzioni è il divieto di vendita di qualsiasi aeromobile, pezzo di ricambio o attrezzatura alle compagnie aeree russe. Ne conseguirà il deterioramento di uno dei settori fondamentali dell’economia russa e della connettività del paese. L’attuale flotta aerea commerciale russa è stata costruita per tre quarti nell’Unione europea, negli Stati Uniti d’America e in Canada, quindi in una dipendenza estrema dal nostro apparato produttivo.

Il quarto elemento delle sanzioni è la limitazione dell’accesso della Russia a tecnologie di vitale importanza, che interesserà le importanti tecnologie di cui il paese ha bisogno per costruire la prosperità del futuro, come i semiconduttori o le tecnologie d’avanguardia.

Infine, i visti: i diplomatici e gruppi affini e gli imprenditori non godranno più di un accesso privilegiato all’Unione europea.

Le nostre misure sono, come sempre, stabilite in stretto coordinamento con i nostri partner e alleati: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Canada e Norvegia, naturalmente, ai quali si sono però uniti ora anche Corea del Sud, Giappone o, ad esempio, Australia. L’unità è la nostra forza, il Cremlino lo sa. In tutti i modi ha cercato di dividerci, ma ha fallito miseramente. Ha ottenuto anzi il risultato opposto: siamo uniti più che mai, e determinati.

In conclusione voglio sottolineare che gli eventi di questi giorni segnano effettivamente l’inizio di una nuova era. La nostra analisi non deve dare adito a dubbi: Putin intende soggiogare un paese europeo amico, intende ridisegnare la mappa dell’Europa con la forza. Deve fallire. Fallirà.

Grazie.